venerdì 28 febbraio 2014

Bitonto dentro le mura: percorso II

Questo secondo itinerario muove i passi da piazza Cavour:
 da qui ci inoltriamo su via Amedeo sulla quale incrociamo delle corti. Sulla destra infatti incontriamo prima la bella corte De Ferraris e successivamente corte Fenice in cui si trova la casa del nostro musicista del Settecento, Tommaso Traetta.
     
Subito dopo, sempre a destra troviamo il famoso Arco Pinto cioè dipinto, costruito nel 1300 circa e noto soprattutto per il suo affresco raffigurante la deposizione di Gesù.
 

Superato l'arco, a sinistra, imbocchiamo Corte Ciciliana nella quale possiamo ammirare alcune case medievali tra le quali si nota una casa-torre merlata. La particolarità di queste case è la loro costruzione fatta da piccoli blocchi di pietra e solai in legno. Internamente si passava da un piano all'altro tramite scale in legno che potevano essere tirate in alto da una botola; le finestre erano molto piccole.
Da via Amedeo proseguiamo per via San Rocco. Qui troviamo una piccola chiesa medievale, Santa Caterina d'Alessandria, forse costruita nel 1086. La sua facciata romanica riporta una lapide del 1269: ciò fa pensare al crollo di una prima chiesa e alla successiva riedificazione.
Un tempo c'erano tre portali, uno dei quali fu chiuso per creare la sacrestia. Sopra uno dei portali è posto un capitello che rappresenta un babbuino o un orso, simbolo dei peccati umani, più in alto si apre una bifora con la colonnina di separazione. Sul tetto, leggermente spiovente è visibile il campanile a vela con una sola campana. Molto particolare è il pavimento interno che è fatto di tessere di mosaico in pietra locale con disegni a spina di pesce, a croce, a rombi inseriti in un rettangolo. Molti arredi della chiesa sono andati perduti; si sono salvati una tela del nostro pittore Carlo Rosa conservata nella chiesa di San Francesco da Paola, e una Crocifissione su tavola nella Pinacoteca vescovile.
Adesso prendiamo via delle Vergini dove sorge  un maestoso monastero  sull'antica stazione di sosta dei pellegrini che transitavano lungo la via Traiana. Esso fu costruito nel 1525 per ospitare le prime quattro suore. Ancora oggi ci vivono le suore di clausura. Prendiamo poi via di Porta Robustina e subito a destra in via Delle Martiri, passando sotto due archi troviamo la chiesa di San Michele risalente al Medioevo fra il 1100  e 1200. La sua facciata è alta e stretta, su di essa si apre una grande porta sormontata da una finestra con grata. All'interno c'è una sola navata, una statua di San Michele che viene sostituita in Quaresima da una di Cristo.
Passiamo ora per la piccola via Monsignore Barba e girando a destra troviamo la chiesetta di San Giorgio.
La chiesa è del XIII secolo, ha linee semplici e sulla porta una nicchia con la statua in pietra dell'angelo custode del 1682. All'interno, conservate nelle cappelle laterali conserva statue di santi. Oggi ospita il centro ricerche per la divulgazione dei beni culturali di Bitonto ed è sede del Museo della civiltà contadina e delle tradizioni popolari. Adesso andiamo su via Carafa per vedere la piazzetta degli Infiammati: qui fu fondata l'Accademia degli Infiammati da ecclesiastici, notai, medici, speziali e nobili, per non dimenticare le antiche tradizioni. Il loro motto era " sveglia gli addormentati". Finì di esistere nel 1711.
Proseguiamo ora per via Planelli e alla fine, giriamo a sinistra su via Saponieri e ancora a sinistra per via San pietro nuovo. La chiesa di San Pietro Nuovo detta del Pilorso, con l'annesso convento risale al XVI sec.
 Il monastero voluto dai fratelli Giannone per accogliere le loro sorelle, si aprì anche ad altre ragazze nobili; queste suore benedettine ampliarono il monastero e lo arricchirono di opere d'arte. Particolare è il soffitto decorato in oro e adornato da diverse tele.
Proseguendo per vico Lucertola e girando a destra su via San Giorgio, ci troviamo di fronte alla chiesa dell'Annunziata.
 Essa fu costruita vicino al posto dove sorgeva Porta Nuova, una delle 5 porte della città, nel 1740. Sulla facciata estrna si alternano pietre squadrate chiare e scure; sul portale spicca il bassorilievo dell'annunciazione; in alto è rappresentato il Padre Eterno e piu in basso l'arcangelo Gabriele. Per accedere alla chiesa bisogna salire un'ampia gradinata
Andiamo ora su via e vico Casale per raggiungere largo Sylos-Sersale dove sorge uno dei piu bei palazzi di Bitonto. Questo palazzo nella tradizione dei nostri nonni è noto come " u palazz de Fandesòje" ossia  palazzo di Alfonso Sylos ( "fons" sta per Alfonso , "Soye" per Sylos).
 Forse si indicava il nome del proprietario col titolo nobiliare spagnolo. L'edificio ha una grande facciata formata da una parte medievale del XIII sec ed una barocca del XVII. Il portale ha due colonne imponenti con sopra dei capitelli molto decorati tra i quali spicca un bellissimo arco con la chiave di volta a forma di mascherone. La facciata è completata da un elegante balcone con balaustra, una finestra con l'emblema della famiglia e il bassorilievo con tritoni e draghi. Ai lati del balcone ci sono due figure femminili simbolo di abbondanza e prosperità, come decoro. Entrando nel palazzo, troviamo sulla volta dell' androne, lo stemma araldico coi simboli delle famiglie a cui apparteneva: sulla sinistra, tre conchiglie e croce di Malta, simbolo dei Sylos; sulla destra, l'albero con una colomba e due leoni, simbolo dei Sersale; in basso a sinistra, un rastrello, simbolo dei Labini, parenti delle altre due famiglie! Il cortile in cui una grande scala porta al primo piano è adorno da una loggia a tre arcate sorrette da pilastri e capitelli con aquile scolpite.
Andando per via Sedile raggiungiamo  nuovamente piazza Cavour da dove eravamo partiti e prima di lasciare il centro antico osserviamo la bella chiesa di San Gaetano del 1600 e il palazzo Regna della fine del Cinquecento.    
 

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